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«Alle soglie del primo conflitto mondiale è possibile stimare che nella sola provincia di Udine circa 15-16000 ragazzi tra i 12 e i 15 anni siano occupati in attività lavorative e che, di questi, circa 5000 lavorino stagionalmente all’estero».

(Matteo Ermacora, La scuola del lavoro).

 
 
Costruire per lavoro ... in allestimento

A cura della Classe IV B, ISIS C. Percoto - Liceo Economico Sociale -Udine.

Emigrazione di minori

Il lavoro e l’emigrazione dei minori costituiscono un fenomeno diffuso e un dato fondamentale del quadro economico nazionale e friulano di fine Ottocento e inizio Novecento, che deriva dalla seconda rivoluzione industriale. I bambini rappresentavano un’importante risorsa per gli imprenditori, che li assumevano per la loro docilità fisica e li sfruttavano per svolgere lavori che un uomo adulto non poteva compiere.

I bambini-lavoratori, sottopagati, erano costretti a turni lavorativi massacranti che arrivavano a quattordici-quindici ore al giorno. Lavoravano come spazzacamini, minatori, fornaciai o nelle fabbriche; svolgevano lavori pesantissimi che minavano la loro salute e che molto spesso li portavano alla morte.
L’ambiente di lavoro era sporco e le condizioni igieniche disumane.


Lavoro minorile oggi

Lo sfruttamento dei minori, dovuto a condizioni economiche e sociali precarie, rappresenta tuttora una realtà. Con l’approvazione della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (1989), la comunità internazionale si è impegnata a rispettare alcuni obblighi nei confronti dei diritti dei minori, ma sono ancora molti i bambini che si trovano costretti a lavorare per garantire la sopravvivenza propria o della famiglia.

Secondo l’ILO (Organizzazione Internazionale del Lavoro) i minori lavoratori nel mondo sono 200 milioni, spesso impiegati a tempo pieno, privati del diritto allo studio, al gioco, a una crescita serena. Il lavoro minorile è presente nei paesi in via di sviluppo e molto poveri, nei continenti africano, asiatico e in America latina. Persiste anche nei paesi economicamente più avanzati, nei quali assume nuove forme.

In Italia

Si stima che oggi, in Italia, lavorino 260.000 minori, l’1,5 per cento dei quali impegnati in cantieri. Il 15 per cento dei 14-15enni che lavorano sono coinvolti in attività ‘a rischio di sfruttamento’ (Rapporto Ass. Bruno Trentin, Save the children, 2013).
Nella provincia di Udine la presenza di lavoratori minori di 18 anni nel settore edile va scomparendo: dai 37 impegnati in quest’ambito nel 2008 si è passati a 2 nel 2013, lo 0,03% dei lavoratori del settore (dati CEMA, Udine).




La Cassa Edile ha prodotto per il Museo un Documentario sull’edilizia friulana dal titolo:

A portata di mano.
Volti, luoghi, storie del mestiere.

Realizzato da Nikam Immagine Video, Udine (2014), a cura di Paolo Comuzzi, Andrea Trangoni, Sabrina Tonutti. Il documentario si articola in una serie di video-interviste a lavoratori, imprenditori edili, insegnanti e Direttori di istituti aventi a che fare con l’edilizia friulana. Le tematiche più salienti affrontate sono: la trasmissione del sapere di mestiere ai giovani; come è cambiato il settore edile nel giro di mezzo secolo; l’emigrazione in edilizia; l’evoluzione tecnologica e normativa; storie personali di mestiere; storia delle fornaci; edilizia idraulica; la lavorazione della pietra; il mosaico; la prefabbricazione; tecniche e materiali in edilizia. Oltre alla video-interviste il documentario propone riprese video realizzate ad hoc e una ricca selezione di materiale filmico/fotografico d’archivio.


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