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Saperi e Corporazioni
Confraternita, fraternitas, fradaglia, fraglia, schola, compagnia, congregazione
Sono termini che stanno a indicare le “fraterne”, particolari forme di aggregazione di laici che si diffondono in Italia in età medievale, caratterizzate dal carattere religioso-devozionale (culto di santi) e/o dallo spirito assistenziale, rivolto a poveri e ammalati in genere, oppure diretto ai consociati della corporazione di mestiere.
Il Friuli, che fino al principio del XV secolo fu retto dai patriarchi di Aquileia, è caratterizzato da un ritardo nella formazione di corporazioni professionali, rispetto a ciò che accadde in altre città dell’Italia settentrionale e centrale. Quanto a Udine, va rammentato come ancora nel XIII secolo essa fosse popolata soprattutto da contadini e pastori, con una presenza residua di artieri. Tuttavia, la cittadina crebbe significativamente nel corso di un secolo, tanto che agli inizi del XIV secolo aveva assunto una posizione di rilievo rispetto ad altri centri del Friuli, essendosi ingrandita sia in termini di popolazione residente, che per condizioni economiche: ciò favorì lo sviluppo di attività artigiane.
Gli artieri e i piccoli commercianti friulani si raggrupparono inizialmente in confraternite in cui la componente religiosa era dominante rispetto a quella di mestiere, con il risultato che rimanevano marginali gli interessi sindacali dei consociati. Le confraternite, inoltre, aggregavano allora lavoratori di diversi settori, come attestato ad esempio dalla presenza di “murari” (muratori), oltre ad altri artieri, nella Confraternita dei fabbri di San Nicolò, avviata nel 1320.
La confraternita dei muratori e dei falegnami sorse a Udine alla fine del ‘300, anche se i primi Statuti noti sono della fine del ‘400: questi artieri si riunirono nella scuola dei Santi Sebastiano e Fabiano, attorno a una cappella intitolata a San Sebastiano nel Convento di San Francesco.
Nel 1420, intanto, la città di Udine passava sotto il dominio della Repubblica di Venezia, la quale non si opponeva alla formazione di confraternite, ma esercitava un forte controllo nei confronti della loro attività politica. Fu in questo periodo, in età veneta, che le corporazioni aggregarono via via in modo più omogeneo persone della medesima arte, dandosi anche degli statuti, in cui prevalevano gli interessi della categoria. Nel 1496 gli Statuti della Confraternita dei marangoni (comprendente muratori, falegnami e, dal 1724, anche tagliapietra) vennero presentati e l’anno successivo approvati, con alcune riserve su alcuni capitoli, dal Consiglio della città di Udine.
Udine, fra l’altro, fu oggetto di un significativo rinnovo edilizio tra il ‘400 e il ‘500, con gran beneficio della categoria edile. Tuttavia, questa lamentò la concorrenza degli stranieri, e in risposta mise in campo una serie di misure che oggi definiremmo “protezionistiche”, a difesa dell’esercizio dell’arte da parte dei residenti in città. Ricordiamo, per esempio, il duro attacco che nel 1514 la confraternita lanciò nei confronti dei muratori “foresti”, provenienti dal milanese e dal comasco (ma uno anche dalla Carnia), venuti a risiedere e lavorare a Udine, per poi prontamente abbandonare la cittadina ospitante (non rispettando quindi gli obblighi contratti) al momento di pericolo di guerra tra la Repubblica di Venezia e l’Impero.

Si aprì così un lungo contenzioso, che durerà fino a fine ‘700, fra la Confraternita, ferma sulla propria chiusura corporativa e sulle proprie misure a tutela dei lavoratori locali, e la città di Udine, che accusava i muratori della confraternita di praticare prezzi alti, di sottrarsi alla concorrenza e di voler gestire un monopolio, con conseguente avvilimento delle arti. Situazione che rimase in tensione fino a che, con l’arrivo delle truppe napoleoniche, quando ebbe fine la dominazione austriaca in Friuli, le corporazioni artigiane vennero cancellate: il decreto emanato dal governo del Regno Italico il 25 aprile 1806, infatti, prevedeva la soppressione di tutti i consorzi laicali, confraternite incluse.
Leggi sul lavoro - ‘800
Nel 1885 in Austria - e, quindi, a Gorizia e Trieste - venne introdotta la prima legislazione sociale, la quale sanciva il riposo festivo, limitava in 11 ore giornaliere l’orario di lavoro, vietava il lavoro notturno alle donne, fissava a 12 anni l’età per iniziare ad assumere in fabbrica.
In Italia la prima legge del 1866 disciplinò solo il lavoro dei fanciulli ed il limite minimo d’età fu indicato in 9 anni (cfr. Enzo Marigliano 1998: 24).
1860-80 diffusione delle Società operaie sul territorio nazionale.
Se le corporazioni cittadine costituiscono una prima, seppur embrionale, forma di assistenza ai lavoratori in situazioni avverse (infortuni, malattia, ecc.), fu a partire dalla fine del Settecento che in Europa si diffuse un nuovo tipo di esperienza mutualistica, a partire dalla pioniera Inghilterra. Tuttavia, tali esempi virtuosi attecchirono in modo diseguale e con sensibili scarti temporali nelle diverse regioni della penisola italiana: per particolarità del contesto politico di allora, il Nordest pervenne in ritardo, rispetto ad esempio al precoce Piemonte, all’istituzione di quelle organizzazioni popolari che saranno le Società operaie. Queste godranno invece di un largo e rapido sviluppo in Italia dopo l’unificazione, e saranno incaricate della promozione sociale delle classi popolari, dell’organizzazione di forme base di istruzione e di offrire ai lavoratori significative, ancorchè parziali, misure di copertura assistenziale e previdenziale.
 
  Alcune date di fondazione delle Società operaie in Friuli:
  • Udine 1866 - su diretta sollecitazione del commissario
    governativo Quintino Sella.
  • Pordenone e San Vito al Tagliamento 1867
  • Cividale 1869
  • San Daniele 1870
  • Spilimbergo 1871
  • Gemona 1875
  • Buttrio 1876
  • Codroipo 1878
  • 1881 a Latisana e Tolmezzo (quest’ultima costituirà esperienza fondante per l’intera Carnia relativamente allo sviluppo del movimento cooperativistico montano).
Una storica Società Operaia di Mutuo Soccorso è quella di Cividale, dotata di una ricca documentazione d’archivio.
Scuole e formazione edile

Fu su promozione delle Società operaie che tante Scuole serali e domenicali per artieri vennero create nella seconda metà dell’Ottocento allo scopo di formare gli operai alle professioni edili (e non solo). Queste scuole erano finanziate dal Governo, dalla Camera di commercio, dalla Provincia, dalle Società operaie e in parte anche dai Comuni

A Udine già dal 1866 esisteva una Scuola di disegno per artieri, fondata dalla Società operaia. Qualche anno più tardi veniva trasformata in Scuola d’arte e mestieri, con una sezione serale maschile e una sezione domenicale femminile. Nel 1887 la Scuola diventava statale regia, e operò fino al 1918, quando venne istituita la Scuola professionale “Giovanni da Udine”, da cui originò l’Istituto Tecnico Industriale Malignani (Cola 1967).

Nel 1885 veniva istituita a Tolmezzo per iniziativa della Società di Mutuo soccorso ed Istruzione una Scuola professionale carnica (scuola di disegno applicata alle arti e alle industrie, che rientrerà poi nelle regie scuole professionali) (Zilli 2004).

A Pordenone fu fondata nel 1872 la Scuola d’arte applicata all’industria (vi si tenevano corsi di modellazione, disegno, intarsio), poi mutata in Scuola d’arti e mestieri della Società operaia, con annessi officina e laboratorio per l’esecuzione di lavori in ferro e in legno (Michelutti 1983).

A Cividale dal 1878 era attiva una Scuola di disegno promossa dalla locale Società operaia.

Parimenti, ad Ampezzo fu la locale Società Operaia ad avviare una Scuola serale di disegno professionale a indirizzo edile nel 1889. Essa funzionava durante l’inverno, al rientro dei migranti.

Questi sono solo alcuni esempi di Scuole attivate durante l’Ottocento. Si tenga presente che ogni paese di media grandezza tendeva a dotarsi di simili istituzioni.


Le organizzazioni sindacali edili
 
Seconda metà dell’Ottocento.
Si assiste alla diffusione, oltre che delle Società operaie, dei primi sindacati di categoria. Assieme a tipografi e tessili, gli edili furono i primi.
Durante la fine dell’Ottocento, in Friuli si animò il dibattito sulla situazione dei lavoratori sia locali, che emigrati all’estero. Nel 1899, su iniziativa di Giovanni Cosattini, venne istituito a Udine il “Segretariato dell’Emigrazione”, una associazione mutualistica volta al sostegno degli emigranti friulani (soprattutto in Germania e Austria-Ungheria): tale esperienza, seppur embrionale, sarà fondativa della successiva organizzazione dei sindacati e del movimento operaio in Friuli, al cui sviluppo contribuirono anche influenze e contributi dall’esterno. E’ il caso del ciclo di conferenze tenute in Friuli e in Carnia dal deputato socialista di Biella Dino Rondani nel 1900, che favorì contatti e rapporti con la società “Umanitaria” di Milano (fondata nel 1893). Un caso ulteriore è dato dalla presenza in Friuli, nel 1903, di Ernesto Piemonte di Canelli (Brescia), dottore agrario della “Umanitaria”, a contribuire con le proprie esperienze organizzative maturate in Lombardia allo sviluppo del movimento locale

Da ricordare, a tal proposito, gli accordi di mutuo rapporto che egli sigla prima con la Federazione Edilizia, la maggiore forza operaia organizzata territorialmente, in collegamento con il “Segretariato dell’emigrazione”, e quindi con la Federazione Muraria Tedesca. Quest’ultima inviò in Friuli un personaggio di larga fama nel settore: l’operaio Giovanni Valar, direttore dell’Operaio italiano, quotidiano in lingua italiana stampato a Berlino

Vanno altresì menzionate, a tal proposito, l’azione propagandistica di Antonio Gerin, da Vienna (anni ’90), esponente dell’Unione Mattonieri Austriaci, volta al sostegno e all’organizzazione dei lavoratori italiani emigrati, e di Giuseppe Borghesio, dirigente nazionale della Federazione Edilizia.

Sono, quelli, anni di sostanziali mutamenti per la situazione mutualistica: viene stabilito il dovere per gli emigranti di iscriversi alla Federazione Edilizia Italiana durante la permanenza in patria e di continuare a iscriversi all’estero. “[...] gli iscritti all’edilizia ricevono una tessera che costituisce per loro un nuovo genere di passaporto non meno utile di quello ufficiale, poichè apre loro le porte delle organizzazioni estere” (da “L’azione del Segretariato dell’emigrazione di Udine nell’anno 1905”, Relazioni presentate al congresso degli Emigranti, Spilimbergo 21.1.1906, cit. in Marigliano 1998: 22).

Quanto alle iniziative dei cattolici in merito, il primo dicembre 1901 viene fondato, su impulso del Comitato diocesano di Udine, il “Segretariato del popolo”, organizzazione di sostegno ai lavoratori, la cui nascita venne stimolata dal pensiero e dalle opere di personalità del tempo, come l’Arcivescovo Zamburlini, Giuseppe Ellero, Pio Paschini, Luigi Pelizzo, Edoardo Marcuzzi (Marigliano 1998: 23).
Inizi Novecento - nascita delle sigle sindacali
In ambito nazionale, si assisterà presto, agli inizi del Novecento, alla nascita delle sigle sindacali. Queste organizzazioni, debitrici dell’esperienza delle società di mutuo soccorso e delle iniziative coordinate che costellarono la seconda metà dell’Ottocento (richiesta di rappresentanza dei lavoratori e di diritti sociali, oltre che di incremento dei salari), sono anche precedute, sul finire del Novecento, dalla costituzione delle “Camere del lavoro” (la prima avviata a Milano nel 1891), che riuniscono le varie associazioni di mestiere, e dalle varie Federazioni industriali e Leghe.

Nel 1906 questi diversi enti decidono di confluire in una unica organizzazione: la Confederazione Generale del Lavoro (CGdL). Essa è preposta al coordinamento delle federazioni di categoria e delle Camere del Lavoro.

Dopo la parziale cesura nella crescita del movimento sindacale segnata dal primo conflitto mondiale, al termine di questo si assiste a una ripresa della stessa. Nel 1919 a Udine operano per la riorganizzazione del movimento socialista l’avvocato Giovanni Cosattini e l’operaio edile Pietro Feruglio detto “Masut”, che sarà “il primo segretario del sindacato degli operai edili e anche il responsabile della ricostituzione della Camera del Lavoro di Udine e di quella mandamentale di Pordenone” (Marigliano 1998: 53-4). Fra l’altro, Pietro Feruglio avrà un figlio, Eldo, anch’egli sindacalista, che costituirà assieme ad Archimede Taverna la Cassa edile di mutualità ed assistenza della Provincia di Udine nel 1949.
Tornando alle azioni di sollecitazione alla mobilitazione, a seguito di queste nel maggio dello stesso anno si costituiscono a Udine le leghe dei muratori e dei falegnami (oltre che di tipografi, metallurgici e ferrovieri). Il dibattito e le posizioni sindacali in Friuli sono, in questi anni, dapprima riformiste, quindi, nel 1920, massimaliste, con più viva attenzione verso il ruolo della CGL nazionale: figure chiave sono Alighieri Costantini e Mauro Scoccimarro. Nel corso del 1920 crescono le agitazioni sindacali in tutto il Friuli, molte delle quali da parte degli edili, che otterranno miglioramenti salariali (Marigliano 1998: 68).
Periodo fascista
Nel 1926-27 si assiste alla fine delle libertà sindacali. Si scioglie la CGdL e tutti i sindacati precedenti al sindacato fascista, unico con riconoscimento giuridico, vengono sciolti e la loro attività prosegue nella clandestinità.
L’unità sindacale del dopoguerra
Nel 1944 con il “Patto di Roma” - sottoscritto dalle tre componenti storiche del sindacato (socialista, comunista, cristiana) - viene sancita a livello nazionale l’unità sindacale e ricostituita la Confederazione Generale Italiana del Lavoro (CGIL): nell’anno successivo anche a Udine e Pordenone tale organizzazione prende l’avvio. Tuttavia, in direzione contraria alla vocazione unitaria di questo sindacato, a Udine attorno ad Agostino Candolini prende vita un embrionale gruppo della corrente sindacale cristiana. Nel 1945 viene data vita alle ACLI, organizzazioni cattoliche molto attive in ambiti sindacali periferici, come il Friuli.
La nascita della FILLEA-CGIL
Sempre nel 1945, a livello nazionale, si avvia l’organizzazione sindacale delle categorie, con la FILEA (modificata il FILLEA nel 1956) che si occupa dell’intero comparto delle costruzioni.
La scissione
Pochi anni più tardi si assiste a una scissione in seno al sindacato unitario nazionale, con la componente democristiana che si costituisce prima in “Libera CGIL” e poi, nel 1950, in Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori (CISL). Parallelamente, nel 1950, escono dalla CGIL anche i centristi laici e socialdemocratici, dando origine alla Unione Italiana del Lavoro (UIL). Queste sono le sigle che ancora oggi animano il nostro panorama sindacale nazionale.
La nascita della FeNEAL-UIL
Quanto al settore dell’edilizia, nel 1951 come emanazione della UIL nasce la FENEA (Federazione Nazionale dei Lavoratori Edili e Affini), poi mutata nel 1958 in FeNEAL, con l’incorporazione dei lavoratori del settore legno.
La nascita della FILCA-CISL
Nel 1959 inizia l’attività della Federazione Italiana Lavoratori delle Costruzioni e Affini (FILCA) legata alla CISL. In essa confluiranno, federandosi, le categorie del legno (FULLAV), degli edili (Federedile) e dei cavatori (FILIE).
La federazione
Nel 1972 FILCA, FILLEA e FeNEAL danno vita alla Federazione Unitaria degli Edili.
Altre organizzazioni, altre date
1910 - viene costituita la Confederazione generale dell’industria italiana (Confindustria) (si veda www.confindustria.it.)

1919 - costituita a Milano la prima Cassa Edile italiana, con il nome di "Cassa per i sussidi di disoccupazione involontaria per gli operai edili". Nasce grazie a un accordo stipulato tra il Collegio dei Capimastri e l'Associazione Mutua Miglioramento tra Muratori, Badilanti, Manovali e Garzoni di Milano. Essa costituisce il primo esempio di sistema contrattualmente definito tra Associazioni Imprenditoriali e Organizzazioni Sindacali dei Lavoratori (si veda ww2.cassaedilemilano.it).

1933 - istituiti l’INAIL (derivato dalla trasformazione della Cassa Nazionale di Assicurazione per gli infortuni - istituto con funzioni di gestione delle assicurazioni contro gli infortuni e le malattie professionali) e l’INPS (derivato dalla trasformazione della Cassa Nazionale per le Assicurazioni Sociali - con funzioni di gestione delle assicurazioni contro l’invalidità e la vecchiaia, la tubercolosi, la disoccupazione e la maternità).

1943 - dopo la caduta del regime fascista, viene costituita a Napoli l'Associazione Nazionale Costruttori Italiani - ANCI. Nel 1944 l'ANCI fu trasferita a Roma. A conflitto concluso, riprendono i contatti con le organizzazioni dei costruttori del Nord Italia, con la formalizzazione di nome e statuto della Associazione nazionale dei costruttori edili ANCE nel 1946 (si veda www.ance.it).

1946 - Nascono sia la Confederazione Generale dell'Artigianato Italiano (Confartigianato) (si veda www.confartigianato.it), che la CNA (Confederazione Nazionale dell'Artigianato e della Piccola e Media Impresa) (si veda www.cna.it).

1948 - Carta Costituzionale Italiana.

1949 - nasce la Cassa Edile di Mutualità ed Assistenza della Provincia di Udine.

1960 - il D.P.R. n. 1032 recepisce la clausola relativa alle Casse Edili contenuta nel CCNL Edile del 24 luglio 1959 e viene dato impeto alla diffusione di queste organizzazioni sul territorio nazionale.

La Cassa Edile di Mutualità ed Assistenza della Provincia di Udine
L’accordo per la costituzione della Cassa Edile fu firmato il 23 luglio 1949, preceduto da una serie di delibere interne alle parti (ad esempio le delibere del versante sindacale favorevole all’istituzione di un organismo paritetico) e al lavoro di mediazione di figure chiave del panorama edile regionale come Archimede Taverna ed Eldo Feruglio.
Archimede Taverna, imprenditore a capo dell’Impresa omonima, era succeduto al padre Domenico e guidava una delle più floride e attive ditte operanti nel settore dei lavori marittimi e di dragaggio.

Eldo Feruglio era figlio di Pietro Feruglio, detto “Masut”, muratore e storico animatore del panorama sindacale friulano, soprattutto edile, del dopoguerra (da Enrico Montich, Il mal del mattone: la Cassa Edile di Udine dalle origini agli anni Ottanta, Tesi di Laurea in Economia e Commercio, Università degli Studi di Udine, AA 2009-10, Relatore prof. Andrea Cafarelli).

 
CEMA

“La Cassa Edile di Udine nacque nel 1949 per effetto dei contenuti del C.C.N.L. del 1946 che prevedeva, ove possibile, la costituzione di una Cassa Edile”
(da La Cassa Edile: giovane a cinquant’anni, Udine, Arti Grafiche Friulane, 1999).

L’intesa fu sottoscritta da:
- il capogruppo degli imprenditori edili di allora (Gruppo Industrie Costruzioni Edilizie dell’Associazione Industriali della Provincia di Udine), geom. Archimede Taverna;
- il segretario della Federazione Provinciale Lavoratori Edili ed Affini della Provincia di Udine, sig. Eldo Feruglio;
- il segretario della Libera Federazione Provinciale Lavoratori Edili, sig. Diego Colle;
- il presidente della Federazione Friulana delle Cooperative e Mutue, ing. Leopoldo Di Dio.

“Venne pertanto costituito un gruppo di studio paritetico, con il compito di preparare statuti, regolamenti, normative. Gli intendimenti che spinsero allora alla creazione di tali organismi furono quelli di istituire un apposito Ente, previsto dal C.C.N.L., al quale venissero affidate le gestioni di determinati oneri che avrebbero dovuto far capo all’imprenditore, ma che con il principio della mutualizzazione si ritenne di far gestire da un Istituto creato per quello scopo specifico. La grande intuizione fu dunque il concetto della mutualità, intesa come garanzia per tutti gli operai del puntuale percepimento di quanto maturato in funzione delle norme contrattuali e, nello stesso tempo, sensibile riduzione per le aziende dei costi connessi con tali norme. In seguito la Cassa è stata chiamata contemporaneamente a nuovi e più importanti scopi istituzionali da un lato ed alla gestione di sempre più numerosi servizi per i lavoratori iscritti dall’altro. All’iniziale accantonamento per ferie e gratifica natalizia, si sono aggiunte nel corso degli anni l’assegno di professionalità edile, l’assegno di pensione per anzianità professionale edile, l’indennità per malattia ed infortunio, nonchè tutti gli interventi extra contrattuali, che hanno costantemente assicurato ai lavoratori ulteriori motivi di garanzia e beneficio. Contemporaneamente sono stati istituiti e potenziati anche i servizi nei confronti delle imprese iscritte, con il rilascio delle certificazioni di regolarità contributiva, sia in fase di partecipazione alle gare d’appalto che in fase di collaudo delle opere. Dette certificazioni hanno assunto particolare rilevanza a seguito della Legge 55190 (Antimafia) che ha sancito l’obbligatorietà dell’iscrizione delle Imprese edili alla Cassa. La Cassa Edile di Udine, nel corso degli anni, è passata attraverso vari uffici, all’attuale prestigiosa sede, dotata di un funzionale centro autonomo di elaborazione dati, il cui ultimo aggiornamento risale allo scorso anno; esso è in grado di utilizzare tutte- le moderne procedure offerte dal sempre più vasto mercato informatica, rispondendo in tal modo alle esigenze sia della Commissione Nazionale Paritetica per le Casse Edili, in tema di scambio di dati per via telematica, sia delle Casse Edili consorelle, sia degli utenti della Cassa stessa. In questi ultimi anni, in particolare, nuove funzioni e compiti si sono aggiunti a quelli già esistenti quali la fornitura ai lavoratori iscritti dei vestiario antinfortunistico” (dal sito della CEMA http://www.cassaedileud.it/).
Il “settore scuola” è fin da subito una parte costitutiva della Cassa edile, che annovera fra gli scopi statutari l’istruzione professionale edile. Di assoluto rilievo i “cantieri-scuola” postbellici, che portano gli allievi a lavorare sul territorio.

Tale gestione della formazione professionale “interna” alla Cassa prosegue fino al 1983, tramite il “settore scuola”. Fu allora che le parti decisero di garantire autonomia e spazio ad hoc dedicato alla formazione edile, dando origine all’ESMEA (in seguito CEFS).

L’aspetto mutualistico e di assistenza ai lavoratori che sta a fondamento della Cassa Edile si evince anche dalle iniziative di supporto alle famiglie di muratori, come l’organizzazione di colonie estive per i bambini.

Si veda qui di seguito la carrellata di immagini degli anni ’60 che immortala i bambini in partenza per la vacanza e i loro familiari riuniti davanti alla vecchia sede della Cassa per il saluto prima della partenza della corriera. Le mete erano Caorle e Comeglians

Mobilitazioni spontanee

Oltre alle iniziative promosse da organizzazioni istituzionalizzate, come associazioni di categoria e sindacati, esiste una variegata casistica di mobilitazioni spontanee di persone che si riuniscono in nome di proposte o proteste, per ottenere cambiamenti sul territorio, solitamente presso la comunità in cui risiedono, o in riferimento ai luoghi di lavoro.

Uno di questi casi è rappresentato dalla protesta che ha investito all’inizio degli anni Settanta il paese e la comunità di Lestans, contro gli effetti inquinanti del cementificio costruito al tempo nel paese limitrofo, Usago di Travesio, dalla “Friulana Cementi “ (cfr. Bacci e Cantiello 2004).

Furono i danni subiti dall’agricoltura e dall’allevamento e le ripercussioni sullo stato di salute dei cittadini a seguito dell’emissione di polveri dal cementificio che determinarono la costituzione di un comitato di protesta (“Comitato di lotta per la difesa dell’economia e contro l’inquinamento atmosferico”, cfr. Bacci e Cantiello 2004: 29). La mobilitazione iniziò nel 1971e, nell’alternanza tumultuosa fra periodi di febbrile contestazione e sospensioni dei lavori nell’azienda, si protrasse fino al 1976, quando il tragico evento del terremoto pose fine alla diatriba. Da allora il cementificio ha cambiato più volte proprietario, con significative innovazioni per quanto riguarda le tanto anelate misure di prevenzione dell’inquinamento atmosferico (ivi: 118).

 

Bibliografia

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Cola, Gaetano 1967, Cento anni di opere pubbliche in Friuli, Udine, Del Bianco.
AAVV 1987, Storia della solidarietà in Friuli, Milano, s.e. “Discorsi per l’inaugurazione della scuola professionale di disegno ‘Mario Leonarduzzi’ in Forgaria - 25 settembre 1925”, II edizione, Udine, Del Bianco e Figlio, 1933.
Antonini Canterin, Luigi 2000, Come un frutto spontaneo della libertà. Società operaie, Scuole di disegno e Cooperative nel distretto di Spilimbergo (1866-1917), Udine, Banca di Credito cooperativo di San Giorgio e Meduno.
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D’Aronco. Raimondo 1982, Lettere di un architetto, Udine, Del Bianco.
Cargnelutti, Liliana 1992, I borghi e la città. Organizzazioni vicinali e associative in Udine. Secoli XIV-XVIII, Udine, Arti Grafiche.
Cillo, Girolama 1941, Le confraternite di laici in Udine, Tesi di Laurea, Regia Università degli studi di Firenze, Facoltà di Magistero, relatore prof. BB. Barbadoro, AA 1940-41 (XIX).
Capitoli, loro riforme e atti della fraterna dei Marangoni e Murari dal 1446 al 1791 - BCU, f.p., ms. 1351.2.
Scuola d’Arte applicata all’industria di Gemona, 1863-1907, Gemona, Tip. Ditta A. Tessitori, 1907.
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Gheza Fabbri, Lia 1996, Solidarismo in Italia fra XIX e XX secolo: le società di mutuo soccorso e le casse rurali, Torino, Giappichelli.
Ermacora, Matteo 2005, “Imprenditoria migrante. Costruttori e imprese edili friulane all’estero (1860-1915)”, in Franca Merluzzi (a cura di), Baumeister dal Friuli. Costruttori e impresari edili migranti nell’Ottocento e primo Novecento, Artegna, Associazione Culturale Grop Pignot, pp.115-134.
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Marigliano, Enzo 1998, Figli dell'officina siam figli della terra: storia del movimento sindacale in Friuli-Venezia Giulia, Pordenone, Edizioni Biblioteca dell'Immagine.
Enrico Montich, Il mal del mattone: la Cassa Edile di Udine dalle origini agli anni Ottanta, Tesi di Laurea in Economia e Commercio, Università degli Studi di Udine, AA 2009-10, Relatore prof. Andrea Cafarelli.
Testo del Verbale di Accordo “A” e “B” del 14 dicembre 1948 per la regolamentazione dell’attività della C.e.m.a. di Udine prodromico alla stipulazione dello Statuto del 1949.
Bruno Ravasio, “Breve storia della CGIL”, 2006.
Bacci, A. e Cantiello, O. 2004, Giù le mani da Lestans!, Pordenone: Edizioni L’omino rosso.
ESMEA Vent’anni, Udine, ESMEA 2003.



La Cassa Edile ha prodotto per il Museo un Documentario sull’edilizia friulana dal titolo:

A portata di mano.
Volti, luoghi, storie del mestiere.

Realizzato da Nikam Immagine Video, Udine (2014), a cura di Paolo Comuzzi, Andrea Trangoni, Sabrina Tonutti. Il documentario si articola in una serie di video-interviste a lavoratori, imprenditori edili, insegnanti e Direttori di istituti aventi a che fare con l’edilizia friulana. Le tematiche più salienti affrontate sono: la trasmissione del sapere di mestiere ai giovani; come è cambiato il settore edile nel giro di mezzo secolo; l’emigrazione in edilizia; l’evoluzione tecnologica e normativa; storie personali di mestiere; storia delle fornaci; edilizia idraulica; la lavorazione della pietra; il mosaico; la prefabbricazione; tecniche e materiali in edilizia. Oltre alla video-interviste il documentario propone riprese video realizzate ad hoc e una ricca selezione di materiale filmico/fotografico d’archivio.


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