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I Progetti
Prima che sulla terra, nell’acqua, o nell’aria, l’edilizia si sviluppa nella testa, con un’idea che non ha luogo che la delimiti. Fa vedere la realtà con altri occhi, travolge elementi e oggetti e persone, che si trasformano per un progetto più grande e complesso della loro semplice somma.Trova la strada della mano, della penna, del software che le conferiscono superfici e volumi, proiezioni di una esistenza futura. Con il progetto l’opera edile trova il suo primo passo verso la realizzazione.
Il Test del Cantiere
E’ nel cantiere, alla prova dei luoghi e dei materiali impiegati, che il progetto trova realizzazione, spesso a seguito di una serie di modifiche, date dal confronto fra progettisti e costruttori e maestranze, ognuno con le proprie visioni e competenze. Ne è un esempio quanto raccontato da Silvino Ursella, titolare della EME Ursella di Buja, che così ricorda la sua collaborazione con l’architetto Marcello D’Olivo nella costruzione di Lignano Pineta, nella fattispecie il fabbricato negozi che viene detto “il treno “[...] quel lavoro si può considerare realizzato con una buona dose di rischio statico in quanto, per motivi architettonici, la sezione del calcestruzzo delle due travi laterali che avrebbero dovuto portare il fabbricato era talmente limitata che l’Arch. Fiorini Renato, che allora lavorava nello studio dell’Arch. D’Olivo, da una verifica di calcolo fatta non riusciva a giustificare come mai quel fabbricato sopraelevato a ponte, al momento del disarmo, rimanesse in piedi. La ragione di ciò, nonostante fosse stata trascurata nei calcoli dall’Arch. Fiorini ma che D’Olivo sicuramente aveva considerato, era che all’equilibrio statico dell’orditura strutturale abbia contribuito pure la presenza del solaio di copertura collegato alle due travi dalle pi lastrature verticali delimitanti gli sfori di finestra. Mio fratello Gino, da poco rientrato dal Venezuela e che gestiva la conduzione di quel cantiere, aveva comunque riscontrato delle anomalie nella verifica delle armature metalliche di progetto e di ciò fece presente a D’Olivo con una telefonata a Trieste, dove allora aveva lo studio. Questi, dopo una sommaria verifica degli elaborati, venne immediatamente sul cantiere per far integrare le parti ritenute deficitarie di ferro. Per quanto riguarda il calcestruzzo, Gino, che aveva ben appreso in America le norme tecniche dell’impiego del cemento armato, fece arrivare il pietrisco dalle cave Faccanani di Trieste. Nella confezione dell’impasto fece miscelare nelle dovute proporzioni sabbia, acqua e cemento, usando il vibratore ad immersione (di cui allora pochi conoscevano l’uso) per rendere il calcestruzzo omogeneo e fluido. Il problema non verteva sull’insufficienza della sezione di acciaio. I fili soggetti a trazione entro le tre guaine di ciascuna trave avevano una sezione sufficiente a sopportare il carico utile richiesto. Quello che scarseggiava era la sezione di calcestruzzo che, nonostante la lavorazione a compressione di tutta la sezione della trave, in virtù della precompressione, risultava insufficiente. In quel lavoro la resistenza del calcestruzzo alla prova di rottura risultò sbalorditiva. I cubetti, infatti, si sono frantumati a 750-800 Kg./cmq. contro i normali getti che a rottura raggiungevano i 450-500 al massimo. Quel fabbricato, in cui quelle travi precompresse furono utilizzate, è stata forse la costruzione per la realizzazione della quale l’Arch. D’Olivo ha meglio attinto alla nostra predisposizione all’industria della prefabbricazione civile”
(Silvino Ursella, 1950-2010 Sessant’anni di prefabbricazione. La lunga strada percorsa per arrivare a costruire la casa finita in stabilimento, Buja, EME Ursella).
Cantieri di Carta – gli Uffici
Anche nei documenti apparentemente più asettici, come i cedolini paga, le fatture e le ricevute, i DURC, i fogli presenze si scrive la storia dell’edilizia. Dietro ai prezzi degli ordinativi, ai salari dei lavoratori, a tasse e contributi ci sono piccoli e grandi mutamenti sociali, politici, finanziari, tecnologici, che raccontano del mutamento interno e di ricezione esterna del settore edile.
Nel mezzo, fra l’evoluzione normativa e i cantieri di mattoni, ci sono tutte quelle persone, soprattutto donne, che si sono occupate e si occupano della gestione amministrativa dell’attività edile, nascoste importanti presenze di cantieri di carta.



La Cassa Edile ha prodotto per il Museo un Documentario sull’edilizia friulana dal titolo:

A portata di mano.
Volti, luoghi, storie del mestiere.

Realizzato da Nikam Immagine Video, Udine (2014), a cura di Paolo Comuzzi, Andrea Trangoni, Sabrina Tonutti. Il documentario si articola in una serie di video-interviste a lavoratori, imprenditori edili, insegnanti e Direttori di istituti aventi a che fare con l’edilizia friulana. Le tematiche più salienti affrontate sono: la trasmissione del sapere di mestiere ai giovani; come è cambiato il settore edile nel giro di mezzo secolo; l’emigrazione in edilizia; l’evoluzione tecnologica e normativa; storie personali di mestiere; storia delle fornaci; edilizia idraulica; la lavorazione della pietra; il mosaico; la prefabbricazione; tecniche e materiali in edilizia. Oltre alla video-interviste il documentario propone riprese video realizzate ad hoc e una ricca selezione di materiale filmico/fotografico d’archivio.


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