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Libero Sindacato Minatori
  Ad Aprile 2016 il Museo del Patrimonio Edile Cantirs ha ricevuto in custodia e gestione da parte della CISL Alto Friuli l’archivio del Libero Sindacato Minatori di Cave del Predil, costituitosi nel 1948 e attivo in loco fino al 1991, anno di chiusura della miniera.
L’archivio è consultabile presso gli uffici della Cassa Edile previo appuntamento.
Per l’inventario dei documenti, consultare il pdf.
Sull’argomento, nel 2016 è stato pubblicato un libro fotografico, a cura della CISL Altro Friuli. Raccoglie il reportage fotografico realizzato da Danilo De Marco nel 1991 (durante l’occupazione della miniera da parte dei lavoratori), unitamente a testimonianze dei protagonisti di quegli avvenimenti.
 

Il Libero Sindacato Minatori

19 settembre 1948: a Cave del Predil si costituisce un Comitato del Libero Sindacato Minatori, precursore della CISL, fondata nel 1950 a livello nazionale, e quindi presente sul territorio dell’Alto Friuli, con la sua diramazione locale, dal 1981.

“Uomini Liberi nel Sindacato Libero” era il motto d’ispirazione del Comitato, che per oltre 40 anni ha unito i lavoratori della miniera.
Nel 1991 la miniera chiude, dopo l’occupazione della stessa da parte dei minatori, che per 17 giorni rimangono sottoterra, e dietro stipula di un accordo con la Regione, il Comune di Tarvisio e un imprenditore privato per la continuità dell’occupazione in loco. Aspettative che, però, come si evince anche dalle testimonianze del libro, vennero disattese.

 

L’attività estrattiva a Raibl (con estrazione di piombo e solfuri di zinco) è un dato storico che viene fatto risalire, con fasi alterne, all’epoca romana.
L’assetto attuale è dell’inizio Novecento: 18 livelli principali, fino a scendere di 500 metri dal livello zero, un sistema di gallerie orizzontali collegate alla superficie grazie a pozzi di accesso principali, per un totale di 150 km di gallerie.
Un particolare: esiste una galleria, la “galleria di Bretto”, realizzata nel 1899 per lo smaltimento delle acque, che collega Raibl al paese di Bretto, appunto, in Slovenia. Lungo il corso di questa galleria, a 240 metri di profondità, è stata posta una lapide che segna quello che era il valico di frontiera fra la Repubblica Italiana e l’allora Repubblica Federale Jugoslava.



La Cassa Edile ha prodotto per il Museo un Documentario sull’edilizia friulana dal titolo:

A portata di mano.
Volti, luoghi, storie del mestiere.

Realizzato da Nikam Immagine Video, Udine (2014), a cura di Paolo Comuzzi, Andrea Trangoni, Sabrina Tonutti. Il documentario si articola in una serie di video-interviste a lavoratori, imprenditori edili, insegnanti e Direttori di istituti aventi a che fare con l’edilizia friulana. Le tematiche più salienti affrontate sono: la trasmissione del sapere di mestiere ai giovani; come è cambiato il settore edile nel giro di mezzo secolo; l’emigrazione in edilizia; l’evoluzione tecnologica e normativa; storie personali di mestiere; storia delle fornaci; edilizia idraulica; la lavorazione della pietra; il mosaico; la prefabbricazione; tecniche e materiali in edilizia. Oltre alla video-interviste il documentario propone riprese video realizzate ad hoc e una ricca selezione di materiale filmico/fotografico d’archivio.


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