Scrive nel suo libro Lavoro italiano nel mondo, il fondatore della CISA, cav. Mario Carlutti:
“[...] giovanissimo seguivo mio padre che si interessava, quale funzionario del Genio Civile, ai lavori di bonifica della bassa friulana e alla manutenzione delle vie navigabili dal Tagliamento alla laguna di Marano e Grado. Sono sempre stato affezionato a quei luoghi e quando nacque la mia impresa di costruzioni, la CISA, mi interessai subito ai molti lavori che erano indispensabili, urgenti e decisivi per lo sviluppo della penisola di Lignano portandoli sempre a buon fine. Volendo fare una rapida descrizione delle opere eseguite, devo partire dalle vie d’accesso alla penisola e di seguito elencare anche quelle che hanno permesso lo sviluppo di Sabbiadoro, la nascita e la crescita degli insediamenti abitativi di Pineta e Riviera:
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l’autostrada Venezia Trieste, tronco Latisana – Palmanova, costruzione dei lotti 10 e 11 e del casello di Latisana;
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il collegamento stradale dal casello di Latisana alla S.S. 14 Triestina con corsie di svincolo a quadrifoglio in località Crosere;
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La costruzione della strada a 4 corsie Crosere – Lignano passando per le località Paludo, Gorgo, Pertegada, Bevazzana fino alla rotatoria di svincolo di Pineta con lavori di sistemazione della parte idraulica, allargamenti del corpo stradale, risanamenti del fondo stradale e pavimentazioni in conglomerato bituminoso. A proposito della costruzione della rotatoria, fu un intervento che ci impegnò particolarmente per la presenza di profonde fosse, tipo sabbie mobili, di carattere prettamente lagunare, che ci costrinse a voluminosi riporti di ghiaia per ottenere una portanza del terreno atta a realizzare la strada. Ricordo ancora quella telefonata mattiniera di mio fratello Gigi che mi diceva: “Mario, la ruspa è scomparsa, è sprofondata in una fossa lagunare!!”. Il suo recupero ci stremò all’inverosimile.
Dalla rotatoria, unico ingresso e snodo per raggiungere le località turistiche di Lignano, ripercorro le più significative realizzazioni effettuate in circa un ventennio, quello del boom e dello sviluppo urbanistico ed economico: gli anni sessanta e settanta:
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viale Europa: nuova strada d’accesso a due corsie per Sabbiadoro;
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viale Tarvisio: sistemazione della vecchia strada per Sabbiadoro;
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via Tagliamento: nuova strada, costeggiando il Tagliamento per raggiungere la darsena di Marina Uno;
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viale Centrale: nuovo asse di collegamento tra Pineta e Sabbiadoro, che taglia la pineta dell’EFA;
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l’intera urbanizzazione di Riviera: successivamente a Pineta, agli inizi degli anni sessanta, realizzammo, in un ambiente ostico e selvaggio di bosco e pineta dove tra i rovi vivevano lepri, volpi, caprioli, fagiani e una moltitudine di volatili, tutte le strade della nuova località su progetto dell’arch. Piccinato, professore all’Università di Roma;
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la costruzione di una nuova darsena da diporto, Marina Uno, sul fiume Tagliamento in prossimità della foce, in un sito facilmente raggiungibile dal mare, tanto che ancora oggi è un punto di riferimento per molti diportisti.
Il contributo della CISA alla crescita di Lignano è continuato negli anni e si è sviluppato nella realizzazione anche di opere edili sia in campo pubblico che privato come la nuova ‘Terrazza a Mare’ a Lignano Sabbiadoro su progetto dell’arch. Aldo Bernardis di Udine e dell’ing. Silvano Zorzi di Milano per le strutture; la nuova terrazza a mare, opera che è tutt’ora un punto di attrazione e simbolo della località turistica in sostituzione della precedente completamente in legno; la nuova costruzione, invece, completamente in calcestruzzo armato, dal disegno armonico, con forme leggiadre e curve, ci impegnò per i lavori di carpenteria in legno e per le casserature in listelli piallati disposti a ventaglio per la realizzazione delle coperture a volta (merito vuole che l’impresa poteva contare su maestri carpentieri di eccezionale professionalità); il nuovo Municipio comunale su progetto dell’arch. Aldo Bernardis, possente e monolitica architettura in cemento armato dai richiami orientali; i condomini Ai Pini, Girasole, S. Carlo”
Da:Mario Carlutti, Lavoro Italiano nel Mondo, Selekta 2011 (pp.67-70).